mercoledì 30 dicembre 2009

Elogio della cabina telefonica


Cabine telefoniche come i panda, «adottatele con una mail». Un titolo di oggi dalla prima pagina di Repubblica che mi ha riportato indietro nel tempo. Un tempo che gli adolescenti di oggi neppure immaginano ma che ha scandito il trascorrere dei giorni di ogni quarantenne ai tempi dei primi amori. La 'cabina telefonica' e i 'gettoni' prima delle 200 lire e delle schede telefoniche. Così come oggi tutti i ragazzini hanno in tasca un telefonino, trent'anni fa tutti noi ragazzini avevamo in tasca un gettone. Per chiamare la mamma e dire che avremmo ritardato, per chiamare il 'fidanzatino/a' e dire che potevamo vederci, per chiamare l'amica/o. Erano i tempi dei telefoni duplex, quelli in condivisione tra due famiglie che si dividevano il costo del canone. Cosicché si doveva sperare che la linea fosse libera quando serviva. Sennò, in caso d'urgenza, era la cabina telefonica a venirci in aiuto. Anche quella a patto che fosse libera. Chi non hai mai fatto la fila a una cabina telefonica sperando ardentemente che la conversazione in corso non fosse una sequela di 'Mi ami? Ma quanto mi ami? Mi pensi? Ma quanto mi pensi?'. Giusto per rimanere nel copyright di una fortunata (e asfissiante) campagna pubblicitaria della Telecom quando ancora si chiamava Sip.
Ecco per questo mi piacerebbe adottare una cabina telefonica. Un simbolo di un passato che sembra così lontano... ma che, invece, è ancora tanto vicino. Mi sa che manderò una mail!!!

venerdì 11 dicembre 2009

E siamo noi, siamo noi!!!

Ho imparato a postare un video

Volevo fare il giornalista

Volevo fare il giornalista, o meglio la giornalista. Giusto per precisare l'identità di genere. Cosuccia piuttosto delicata in questo particolare momento. Volevo fare la giornalista, dicevo, e "la feci". Ma non "la nacqui". Onde per cui il percorso è stato piuttosto complicato. Sorvolando su iscrizioni all'ordine e tesserini da pubblicista, esami di stato e tesserino da professionista... eccomi qua. A sguazzare nella crisi come le altre 21 persone che mi stanno accanto in quest'aula. A far che? Ad imparare a creare un blog per diventare un giornalista 2.0. Ci riuscirò? Chissà. Se qualcuno mi leggerà vuol dire che ho fatto un passo avanti. Giusto quella della formichina del giochino di quando ero bambina, che - of course - non mi ricordo come si chiama. Ma era tanto carino se avevi un corridoio infinito o un cortile a disposizione. Tutta roba da archivio storico per i 'bambini digitali' di oggi. Ops, mi son distratta un attimo. E il tempo dell'esercitazione è finito.